Quando, nel 2009, Claudio Ferracuti si mise in testa di dar vita ad una Junior Band a Montegiorgio, non furono tanti quelli convinti che ci sarebbe riuscito. Intuizione e caparbietà, però, hanno avuto la meglio e, a nove anni di distanza, il paese ha due bande musicali dedicate ai giovani. “In Italia – spiega – le junior band sono una realtà che esiste da oltre vent’anni. Nelle Marche, e soprattutto nel Fermano, invece, eravamo molto indietro e, per certi versi, lo siamo ancora. Ci è voluto coraggio, abbiamo provato e ci siamo riusciti”.

Prima a sorgere nella nostra provincia, seguita negli anni da diverse altre, la Junior Band montegiorgese è nata da un’esigenza della banda “senior”, la storica “D. Alaleona”, fondata nel 1846. “L’idea è nata dal bisogno di ricambio generazionale. La vecchia scuola di musica finanziata dalla Regione tramite i Comuni, con un insegnante unico per tutti gli strumenti, non era in grado di formare tutti gli strumentisti di cui necessita una banda musicale. Per fortuna all’interno della banda avevamo ed abbiamo persone diplomate in tutti gli strumenti. Ancora oggi i musicisti ‘senior’ insegnano ai piccoli con un metodo diverso rispetto a quello che si usava anni fa”.

Soddisfazioni, ma anche fatica, per i giovani musicisti. “La musica richiede impegno, tempo e sacrifici, ma dà anche grandi soddisfazioni. C­hi fa musica assimila molto anche a livello di sensibilità, a prescindere dal risultato musicale. Una possibilità che altre discipline non danno. Inoltre, è una scuola di vita: i ragazzi socializzano tra loro e hanno regole da seguire, sia musicali che umane”.

Dal 2013 all’interno della Junior Band vengono create delle formazioni, in cui sono suddivisi i ragazzi in base al loro livello.
Fu creata così la Banda giovanile, che attualmente conta 20 ragazzi dai 13 ai 22 anni, diretta dal M° Lelio Leoni.
I ragazzi, oltre ad essersi esibiti in meravigliosi scenari limitrofi, hanno tenuto un concerto per l’ambasciata italiana nel gennaio 2017 a Minsk in Bielorussia e nell’ estate 2017 a Makò in Ungheria.